Via del Romanico

Montafia

chiesa di san giorgio di bagnasco

A nord di Montafia, su un colle allungato si sviluppa il villaggio di Bagnasco, sito fortificato di origini medievali, di cui è conservata la porta di accesso, appartenente al contado di Cocconato per il distacco, fin dal secolo XIII, dal feudo ecclesiale di Montafia.

San Giorgio di Bagnasco nel 1345 risulta sede di pievania da cui dipendono S. Martino di Montafia, S. Marziano di Montafia e la chiesa di Vignole (nel territorio di Montafia), oltre alle chiese di  San Martino di Capriglio e dei luoghi scomparsi di Montercaldo e Mainito.

La sua importanza è sottolineata dall’imponente edificio a tre navate e tre absidi coassiali, uno dei pochissimi del romanico del Monferrato conservatosi e pervenutoci in queste forme. La chiesa insiste a mezza costa, su una propaggine collinare, in parte inglobata nel recinto cimiteriale locale. Orientata est-ovest, si presenta con facciata a salienti interrotti, in cui, alla sua sommità, tre bacini di pietra sono stati collocati in un’epoca non precisabile probabilmente a simboleggiare ai pellegrini la possibilità di accoglienza da parte della pieve. Lungo il fianco sud, una porticina ed alcune finestrelle risultano oggi murate. Ad oriente le tre absidi svettano alla sommità dell’altura, nella parte inferiore è conservata la struttura originaria ma, a partire dalla base delle monofore, i paramenti sono stati ricostruiti probabilmente nel XV secolo con muratura di mattoni regolare e si concludono con un coronamento di archetti semplici, su mensoline fittili e soprastante decorazione a denti di sega. All’inizio del Novecento, soprintendente Cesare Bertea, l’abside sud e parte di quella a nord vennero cospicuamente integrate a causa del preoccupante stato di degrado.

All’interno quattro grandi setti in muratura dividono la navata centrale dalle laterali. Attualmente la copertura a tetto, di legno con manto di coppi, è a vista all’intradosso; in un documento fotografico del 1916  l’interno è raffigurato con volte in muratura e il coro è separato dalla navata centrale da un setto murario, poi demoliti. Negli affreschi del catino absidale centrale, è riconoscibile in alto San Giorgio a cavallo che sconfigge il drago della prima metà del XIX secolo, che si sovrappone a un frammento dipinto con San Sebastiano e San Rocco sul cui margine inferiore il De Canis (1814) lesse: “FECIT FIERI HOC OPUS ANTONIUS DE MUXINIS… CIVIS AST AN MCCCC”, pertanto databile al 1400. In basso a sinistra il Cristo di pietà post-jaqueriano, Sant’Agata martire e Santa Chiara con il libro in mano, risalenti anch’essi al XV secolo; nell’abside nord, imponente la raffigurazione di San Michele Arcangelo, affresco datato 1410-1420, in cui si nota la mano aperta schiacciata al petto, quale rappresentazione della totale sottomissione a Dio; nell’absidiola sud un lacerto di affresco reca l’immagine di San Giovanni Battista recante un tondo su cui, fino al 1980, era visibile lo stendardo dell’Agnello eucaristico, ora scomparso.

Negli anni Ottanta e Novanta furono rinforzate le fondazioni delle absidi con micropali e si ripristinò il tetto.

Bibliografia&Sitografia

BORDONE R., Proposta per una lettura della Corografia Astigiana dell’Avvocato G.S. De Canis, (1814), Asti, 1977, p. 67

PITTARELLO L. (a cura di), Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela, Torino -Asti, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte – Provincia di Asti, 1984 (ed. 1998), pp. 115-118, 263-275.

BORDONE R., a cura di, Comune di Montafia, Schede storiche-territoriali dei comuni del Piemonte, 1998.

CAPPELLINO M., Chiesa di San Giorgio di Bagnasco Montafia, in a cura di, Osservatorio del Paesaggio, “Il paesaggio del romanico astigiano”, CRASTI, 2006, pp. 136-139.

www.centrocasalis.it

www.romanicomonferrato.it

chiesa di san martino

San Martino si trova a circa un chilometro a sud-ovest dell’abitato di Montafia, entro le mura del cimitero del paese, a seguito delle vicende storico-territoriali che accomunano molte chiese romaniche del Monferrato. Lo spostamento dell’abitato di Varisella a cui apparteneva, attestato fin dal 1108, presso il borgo fortificato «Castrum Montis Phialis», sito in luogo più elevato rispetto all’insediamento alto medievale, e mantenimento dell’intorno della chiesa quale luogo di sepoltura in quanto terra consacrata.

Scarsi i dati storici. L’esistenza della chiesa è infatti indicata per la prima volta in un registro diocesano nel 1345, dove viene annoverata tra le dipendenze della pieve di San Giorgio di Bagnasco, insieme alla Madonna di Vignole e a San Marziano sempre nel territorio di Montafia. Nella visita pastorale del 1585 monsignor Peruzzi conferma che ormai è cappella campestre, “costruita con antiche arcate, con solaio a volte, ricoperta d’intonaco”, ma già con contiguo cimitero.

Le strutture originarie romaniche sono conservate nell’abside, in parte dell’attacco di questa all’aula e probabilmente in parte della facciata dove l’intonaco a lacerti lascia intravedere un arco bicromo che conclude il portale d’ingresso. All’interno è visibile la copertura a capriate e coppi. Splendida l’abside, costruita con conci di arenaria e filari di mattoni apparecchiati con grande precisione e giunti di malta sottilissimi: sulla base leggermente sporgente eleganti semicolonne lapidee ripartono il paramento in tre campiture coronate da sei archetti ognuna.

Vivissimo il contrasto tra il rosso del mattone e il bianco perlaceo dell’arenaria nel motivo a denti di lupo simile a quello delle absidi di San Secondo di Cortazzone a cui spesso si confronta, riportandone la datazione al XII secolo. Ricche le sculture del coronamento con motivi decorativi a “damier” nella fascia sottogronda e gli archetti pensili che recano all’intradosso i motivi classici dei bestiari medievali: una fiera che tenta di azzannare la propria coda, capri appesi a testa in giù, cervidi accovacciati…

San Martino è ampiamente rappresentativa di quel sistema di comunicazione ai fedeli attraverso simboli e segni espressi nella ricchezza delle sculture e degli affreschi che ornano sia gli esterni, sia gli ambiti interni. Si tratta di simboli che l’uomo moderno ha dimenticato a causa delle enormi trasformazioni avvenute, trasmessi sia da parte religiosa sia attraverso l’interpretazione di quelle maestranze itineranti che lavorarono nel Monferrato alla costruzione di chiese e castelli. Molto elegante l’arco lunato della porticina sul fianco sud, in parte murata.

Gli affreschi interni raffiguranti ambedue il miracolo di San Martino che regala parte del suo mantello al povero ribadiscono la titolatura del santo a cui è dedicata la chiesa; dell’affresco, che si trova a sinistra dell’altare, per la scritta sottostante, si conosce il committente “… Johanes meglinus” cognome locale ancor oggi utilizzato. Nell’abside, oltre alle raffigurazioni del santo, vi sono coloratissime decorazioni geometrico-floreali (metà XV secolo) dipinte sui lacerti d’intonaco conservati. Anche le cornici di pietra degli stipiti della monofora centrale, le semicolonne lapidee e le cornici a “damier” d’imposta del semicatino conservano tracce di coloriture policrome più antiche; notevoli i fasci di foglie, resi in forma geometrica, legati da nastro rosso dipinti sulle semicolonne.

Negli anni Ottanta sono stati eseguiti imponenti lavori di sostruzione dell’abside, che hanno risolto i problemi di scivolamento del fianco della collina su cui poggia la chiesa e nel 2003 sono stati riportati in luce i dipinti in corrispondenza dell’abside.

Bibliografia&Sitografia

PITTARELLO L. (a cura di), Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela, Torino -Asti, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte – Provincia di Asti, 1984 (ed. 1998), pp. 110-114.

CAPPELLINO M., Chiesa di San Martino a Montafia, in a cura di, Osservatorio del Paesaggio, “Il paesaggio del romanico astigiano”, CRASTI, 2006, pp. 140-144.

www.romanicomonferrato.it

Informazioni

Sito del comune:

www.comune.montafia.asti.it